Durante questa emergenza Conte & Casalino ci hanno propinato un’insincera cantilena patriottica, hanno inneggiato alla guerra contro il coronavirus e anche riciclato la retorica resistenziale. Nelle loro azioni, però, non c’è nulla di patriottico, ma solo un lungo, cinico, spot elettorale e l’approfittamento di una scena politica solitaria, senza assembramenti né comizi degli avversari, a reti unificate e quotidiani allineati. Di patriottico, però, nelle loro azioni c’è poco o nulla. Non è certo patriottico rinviare le decisioni sugli aiuti al nostro sistema economico: il decreto “aprile” è diventato “maggio”, poi “rilancio” e ancora non ha visto la luce perché le forze di maggioranza si scornano su aspetti, come la sanatoria per gli immigrati. Non c’è niente che abbia a che fare con l’identità nazionale nell’esibire la povera Silvia Romano, che è una vittima e che con il sollievo di tutti è tornata sana e salva in Italia, come se fosse un trofeo. Silvia è liberissima, speriamo che lo sia veramente ma questo lo sa solo lei, di professare la religione che meglio ritiene, ma uno Stato che celebra la propria resa come un trionfo e che diventa regista di uno spot che non sarebbe uscito così bene neppure se lo avessero realizzato di persona i suoi rapitori, è uno Stato governato da persone fuori dal mondo, dal tempo, dalla logica. Nulla di patriottico neppure nel rigurgito comunista delle forze che sostengono Conte, quando arrivano all’assurdo di teorizzare un ingresso dello Stato dei consigli di amministrazione delle aziende private. E chi ci metterebbero, Di Maio o Casalino? La scarcerazione di oltre 270 mafiosi, poi, rappresenta la peggiore calata di braghe dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Ma come, non erano forse i cinque-stelle i paladini della legalità? O, una volta brandito il più feroce giustizialismo solo per far fuori la concorrenza elettorale, emerge l’anima ipocrita di chi non sa neppure che cosa sia la Giustizia, quella vera? Infine, l’ultimo tradimento: quello verso i figli d’Italia. Sono stati gli unici ad essere condannati al 41bis da un Governo che sa generare solo “task force”: alla fine dell’anno scolastico non esiste uno straccio di decisione concreta, mentre continuano gli sproloqui del ministro Azzolina: quella del metà classe a scuola e l’altra a casa…. Altro che patria, non è questa certo la patria, ovvero la terra dei padri, che vogliamo lasciare ai nostri figli. Questo Governo e la politica in generale si convertano e comincino a fare gli interessi della nostra comunità nazionale, delle famiglie, delle imprese, dei territori d’Italia.
Sono d’accordo! Giuseppe Conte e Luigi Di Maio sono ‘due dilettanti allo sbaraglio’ privi dei fondamentali della politica, lo hanno dimostrato anche in occasione del rientro in Italia di Silvia Romano….una farsa