La Presidente Todde azzera un sistema già in crisi dopo l’abbandono della tariffa unica, istituita dalla mia Giunta nel 2013. Manca un indirizzo politico chiaro sul modello che si intende adottare. Se non hanno neppure tentato di modificare il decreto del 2021 è perché, mentre in campagna elettorale avevano annunciato un cambio immediato, manca anche la benché minima idea su cui trattare con Bruxelles. Tanto è vero che manca tutt’ora e infatti non viene dichiarato quale sia il ‘modello Todde’. Manca inoltre la capacità anche di gestire l’ordinario e le anomalie verificate ogni giorno da chi viaggia, come dimostra il fatto che ci sono voluti sette mesi per convocare il comitato paritetico di monitoraggio. L’idea che mette al riparo il diritto alla mobilità dei sardi e che lo estende anche ai nostri emigrati c’è già ed è la tariffa unica estesa anche ai non residenti, insieme ad un price cap che eviti le tariffe pazze. Non ci limitiamo ad enunciarla, noi l’abbiamo anche realizzata. Visto che non hanno studiato, provino almeno a copiare. Così come per le ‘rotte minori’ occorre ripristinare la continuità 2, che copriva Verona, Bologna, Napoli e Torino, cancellata dal duo Pigliaru-Renzi. Si persevera nella politica dei proclami confusi. Sarebbe il caso che la Presidente Todde, anziché fare la turista elettorale per le campagne fallimentari del ‘fu’ campo largo nelle altre Regioni o l’opinionista sulle elezioni USA, si occupasse della Sardegna. Aveva annunciato il ‘momento del noi’, ed è passata a ‘un momento, sto facendo altro’.